A proposito di Milano Fashion Week, Marras e Sharon Stone…
C’è del magico per voi!
Arrivo alla sfilata vestita Antonio Marras dalla testa ai piedi con quell’armocromia autunno caldo sardo innuit che mi valorizza così bene.
Abbraccio i miei amici e mi spupazzo la mia adorata sopra ogni cosa Geppi Cucciari.
Timida non riesco ad affrontare la foto di rito sotto la scritta – eppure sono una grande attrice?!? – superata in scioltezza da piccoli influencers esaltati disposti a tutto. Inizio a sentire una fitta al fianco. Sarà la gonna troppo stretta da fashion victim? L’emozione? …il posto è pazzesco e io adoro la famiglia Marras.
Il dolore aumenta. Entra Sharon Stone. Flash, selfie, entusiasmo. Io immobile: è di una bellezza abbacinante. Svengo!
Batto il naso e la testa sulla panchina davanti. Apro gli occhi e mi trovo circondata da gente amorevole, terrorizzata e stavagante, insomma in un film di David Lynch.
Beatitudine… e subito dopo… vergogna: oh merda sto impedendo l’inizio della sfilata con il mio corpicione orizzontale. Intorno a me le 80 bodyguards di Sharon forti e ammiccanti che mi soccorrono e mi chiamano un’ambulanza.
Sto tutto il pomeriggio al Policlinico dove vengo ricoperta di complimenti per come mi sono presentata elegante anche in una circostanza un po’ così, per fare la tac, e un infermiere mi confessa che lui quando in passato ha soccorso Sharon è rimasto sotto shock per un mesetto.
Troppo bella Sharon, la nostra diva così umana. Ci guardiamo. Ci sentiamo fortunati che Sharon abbia sfiorato le nostre vite. Chi non avrebbe avuto un mancamento in sua presenza?
Io sto bene, ora vi rassicuro.
Certo, sono tornata subito nel mio anonimato senza sfilata, senza festa, senza Sharon.
Milano, dove tutto è possibile. Anche perdere i sensi per troppo glamour.
PS
Ringrazio chi mi ha soccorso alla sfilata e in ospedale e tutti gli amici e amori che si sono presi cura di me.

