teatro

Troiane

2020

Foto di: ©Masiar Pasquali

"Guardate com’è sempre efficiente, come si mantiene in forma nel nostro secolo l’odio. Con quanta facilità supera gli ostacoli. Come gli è facile avventarsi, agguantare."

Anno
2020
Autore
Euripide
Con
Elisabetta Pozzi, Graziano Piazza, Federica Fracassi, Valentina Bartolo/Francesca Porrini, Alessia Spinelli
Regia
Andrea Chiodi
Traduzione
Angela Demattè
Suono
Daniele D’Angelo
Luci
Cesare Agoni
Scene
Matteo Patrucco
Costumi
Ilaria Ariemme
Produzione
Centro Teatrale Bresciano

Tornare alle radici del teatro. Sembra un gesto naturale, anzi necessario, dopo questa lunga fase di silenzio degli artisti e sospensione delle attività: per riprendere vigore, riappropriarci dei fondamenti di quest’arte ancora e sempre miracolosamente viva e portentosa, e gettare nuove basi per il futuro.

E perché proprio Troiane? Innanzitutto, e semplicemente, perché è uno dei più grandi capolavori del canone occidentale, che ad ogni rilettura schiude nuovi enigmi e sollecita nuove interpretazioni e significati, e che trova sempre – nonostante la enorme distanza temporale e culturale che lo separa da noi – la strada di parlare a ogni essere umano con una forza poetica sconvolgente.

Ed anche perchè Troiane era alla base del progetto che avremmo dovuto realizzare, l’Ecuba di Marina Carr, ma che la situazione attuale, per ragioni di rispetto delle regole di distanziamento in palcoscenico e per le gravi difficoltà economiche causate dalla pandemia, ci ha costretto ad abbandonare. Regista e cast avevano però già avuto modo di studiare a lungo per quell’allestimento, e ci è parso tanto importante e forte il risultato del loro lavoro intorno alla tragedia antica che è stato quasi naturale riversare questa spinta creativa alla sua sorgente: al capolavoro senza tempo di Euripide.

Andrea Chiodi, con la collaborazione della drammaturga Angela Demattè, rilegge la grande epopea degli sconfitti troiani – paradigma straziante e altissimo di ogni vinto nella Storia – affidandosi al talento immenso di Elisabetta Pozzi e ad un cast di straordinari attori come Graziano Piazza, Federica Fracassi e Valentina Bartolo, Alessia Spinelli.

Insieme a loro darà vita a uno spettacolo che andrà al cuore dei grandi temi che attraversano la storia e il pensiero della civiltà europea, e che oggi risultano così vertiginosamente vicini ai tempi che stiamo vivendo: il rapporto tra essere umano e destino, il lutto e il compianto, i legami familiari e tra generazioni che eventi enormi e dolorosi travolgono, lasciando chi resta nello smarrimento e nella affannosa ricerca di un senso.

E attraverso questo testo immortale, potremo riscoprire che il senso di vicende luttuose ed amare si può ritrovare e superare collettivamente a teatro, nel racconto corale che schiude emozione e riflessione.

Portare in scena Troiane darà modo di riscoprire i legami umani e comunitari da cui scaturisce ogni grande rito collettivo, che sia politico, religioso o teatrale: l’ascolto, la condivisione di uno spazio unico, e soprattutto la parola corale che in questo innovativo allestimento unirà attori e pubblico in un rinnovato e ritrovato sodalizio, dopo la lunga distanza fisica dettata dalla quarantena, per realizzare collettivamente una esperienza nuova e al tempo stesso antichissima di teatro della polis.

Un teatro poetico e politico, nuovo protagonista di una stagione di pensiero, creatività e resistenza alle derive e ai pericoli di chiusura, rabbia, solitudine che questa durissima crisi sanitaria ed ora economica e sociale reca in sè.

Ripartiamo dunque dai padri indimenticabili, ripartiamo da Euripide, per cominciare a ricostruire il teatro e il mondo di domani.

Press release

  • Recensione - "Il testo di Euripide accoglie, nell'adattamento di Angela Demattè, parole di tragedie più recenti,corali e familiari:di quando non si poteva cantare «con il piede straniero sopra il cuore»; di violenza che si ripete in «quest'atomo opaco del male». Di olocausti e barconi abbandonati in mare. Antico e contemporaneo e voci diverse si amalgamano con efficacia nella regia di Andrea Chiodi, con interpreti all'altezza per un messaggio chiaro:l'uomo non ha mai imparato ciò che dicono i miti."
    Elisabetta Nicoli, Giornale di Brescia
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  • Recensione - "Cassandra, Federica Fracassi dona alla distopia il crisma della scienza esatta. Un cast eccellente. Troiane smaschera un abominio, ma non indica la rassegnazione, anzi incita a rialzarsi, a difendere la memoria che restituisce dignità ai vivi e rende ancora possibile un futuro. Un teatro che fortifica le difese immunitarie del libero pensiero. Applausi meritatissimi."
    Nino Dolfo, Corriere della sera - Brescia
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  • Recensione - "Non bastano mai le lodi per Elisabetta Pozzi, splendida nel dare a Ecuba una voce capace di straordinari trapassi nell'esprimere il dolore e la rabbia; Graziano Piazza è un Taltibio che nasconde sotto un faticoso autocontrollo lo sporco lavoro a cui è chiamato; Federica Fracassi una Cassandra lucida e implacata; Valentina Bartolo un'Andromaca moglie e madre a cui tutto è tolto; Alessia Spinelli un'Elena anticonvenzionale ma assai convincente."
    Francesco De Leonardis, Bresciaoggi
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  • Recensione - "Fin dall’apertura di sipario si capisce che siamo tutti coinvolti. Queste “Troiane” sono la messinscena di una sorta di lockdown più esistenziale che fisico, e suggeriscono che le immagini di Euripide sono arrivate immutate fino a noi, come fiumi carsici che riemergono a ricordarci che ancora oggi ci batte in petto un “cuore tragico”. Le interpretazioni delle quattro attrici sembrano scorrere su due piani che non si incontrano, deliberatamente. Da una parte c’è Elisabetta Pozzi, con la sua Ecuba dalla voce ieratica e sottile, ferma a un tempo lontano di convenzioni. Dall’altra l’energia di Valentina Bartolo, Andromaca, e soprattutto di Federica Fracassi e Alessia Spinelli: la prima una Cassandra con trecce e occhialoni da adolescente, ambigua e un po’ inquietante tra Carrie e Baby Jane, la seconda una Elena youtuber, procace e trasandata allo stesso tempo, semisdraiata e scomposta in poltrona davanti al suo computer per tutto lo spettacolo."
    Mattia L. Palma, Cultweek
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  • Recensione - "Il talento di Elisabetta Pozzi affiancato da Graziano Piazza, Federica Fracassi e Valentina Bartolo rende lo spettacolo ancora più emozionante. Ottima Federica Fracassi nel ruolo di una astiosa Cassandra. Una tragedia forte, commovente, nel quale ogni essere umano si ritrova."
    Giuliano Angeletti, Corriere dello Spettacolo
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  • Recensione - "Federica Fracassi è una Cassandra convincente nel rabbioso delirio dionisiaco, nel quale la profezia della propria morte insieme con il re Agamennone si somma ad altre tremende predizioni di stragi e afflizioni che riguardano il tempo presente. Al culmine della collera, prima di essere deportata nell’accampamento del suo nuovo padrone, la principessa si toglie gli occhiali, simbolo evidente della sua capacità di “visione profonda”. Gli occhiali corrispondo allegoricamente alle bende da sacerdotessa della tradizione, e il suo è un gesto di rottura e liberazione dallo status fatale di veggente non creduta."
    Gherardo Ugolini, Visioni del Tragico
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  • Recensione - "Andrea Chiodi e la drammaturga Angela Demattè, che ha rielaborato il testo euripideo, costruiscono uno spettacolo di grande sobrietà, quasi minimalista, in cui il dolore non viene ostentato, ma viene interiorizzato e vissuto con profonda dignità. Federica Fracassi è una Cassandra veemente, bruciante nella sua rabbia. Uno spettacolo intenso, toccante, nel quale è dicile non identicarsi, salutato da applausi intensi."
    Davide Cornacchione, Teatro.it
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  • Recensione - "Così, sfilano sul palcoscenico, una dopo l’altra, le sventurate figure delle donne dei vinti. Per ognuna di esse la costruzione del personaggio operata dal testo e dalla regia e portata in scena dagli interpreti appare originale e al tempo stesso sufficientemente aderente al testo classico. Così scintilla sinistramente la disgraziata, malintesa e mal riconosciuta veggenza che brucia Cassandra dall’interno, spiazza il gelo privo di una sia pur minima empatia di Taltibio, araldo di Agamennone."
    Patrizio Pacioni, GuittoMatto, cardona.patriziopacioni.com
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  • Recensione - "È un testo in cui c'è una costante ricerca del patetico"
    Rai Cultura
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  • Recensione - "Convince l’allestimento innovativo, cupo ed essenziale, dello spettacolo prodotto dal Centro Teatrale Bresciano. La forza di Euripide, il racconto simbolo di tutti i vinti della storia, il loro smarrimento davanti alla cancellazione agghiacciante di legami familiari e generazionali (tema presente ancora nella civiltà contemporanea), trae nuova forza."
    Giovanni Luca Montanino, Sipario
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