teatro

Mi chiamo Roberta ho quarant’anni e guadagno duecentocinquanta euro al mese

2010

Foto di ©: Lorenza Daverio

"Non c’è più la storia. Ce ne sono infinite. Le storie dei nostri vicini di casa. Dei nostri parenti. Dei nostri amici. Dei nostri genitori. Le nostre stesse storie. Adesso. Parlano, queste storie, di drammi piccoli. Drammi meschini. Irraccontabili. Tragedie normali. Meschine come la vita che ci hanno cucito addosso. Parlano di noi."

Anno
2010
Autore
dal libro di Aldo Nove
Con
Gabriele Calindri, Federica Fracassi, Alberto Onofrietti, Roberta Rovelli, Roberto Rustioni, Irene Valota
Regia
Renzo Martinelli, Aldo Nove
Drammaturgia
Federica Fracassi, Renzo Martinelli, Aldo Nove
Suono
Contrabbanda – musica senza frontiere, Guido Baldoni
Scene
Renzo Martinelli
Assistente
Francesca Garolla
Produzione
Teatro i con OBLOMOV AUTORI, INFINITY, IMAIE

Mi chiamo Roberta, ho quarant’anni, guadagno duecentocinquanta euro al mese è un testo d’inchiesta, edito nel 2006, il primo di quella che è diventata una lunga serie che indaga il “caso precariato”.
Aldo Nove mischia nel suo lavoro l’indagine giornalistica, realizzata attraverso interviste in giro per l’Italia, con introduzioni saggistiche e narrative che approfondiscono alcuni temi evocati e prende di petto con prepotenza un nodo centrale del presente. L’autore usa la scrittura per mettere a nudo la realtà, affiancando ogni volta alle «cose viste» il suo racconto-commento sommesso e radicale sul sogno perduto di una generazione di adulti costretti a forza a rimanere bambini.
La regia sceglie come nodo centrale d’indagine il fatto che il precariato sia tutt’uno con le nostre esistenze e che si allarghi a macchia d’olio in territori considerati fino a poco fa zone franche, attraversando età e paesi e costringendo un’intera generazione all’impossibilità di progettare, di comprare una casa, di pensare a un figlio, a una famiglia. L’universalità delle storie dunque è il centro di questa ricerca letteraria e musicale che ha come protagonisti gli attori, i musicisti di una banda, il pubblico, persone vere che attraverseranno questo evento. Gli attori entreranno nei materiali narrandoli come osservatori, giornalisti, investigatori. Scaveranno fra i fogli e le testimonianze assumendo di volta in volta varie identità. Gli spettatori saranno gli invitati di una piccola festa popolare. Verranno guidati dagli attori e dai musicisti in un viaggio che li riguarda, attraverso le tante storie tragiche e a volte paradossalmente comiche raccolte in giro per l’Italia da Aldo Nove. Le nostre storie.