teatro

Blondi (dalla trilogia “Innamorate dello spavento”)

2013

Foto di: ©Attilio Marasco

“E insieme alla carezza c’è una cosa ancora più bella del biscotto… la cosa più bella di tutte è il padrone, il padrone, il padrone!”

Anno
2013
Autore
Massimo Sgorbani
Con
Federica Fracassi
Regia
Renzo Martinelli
Drammaturgia
Francesca Garolla
Suono
Mattia De Pace
Luci
Mattia De Pace
Produzione
Teatro i
Ringraziamenti
Piccolo Teatro di Milano – Teatro d’Europa

Blondi è il primo testo del progetto Innamorate dello spavento, in cui l’autore Massimo Sgorbani cattura le voci di alcune figure femminili legate al Führer, che precipitano inarrestabili verso la fine del Reich.

Blondi è il pastore tedesco di Hitler. Una femmina. Perdutamente innamorata del suo padrone. Una bestia che mangia, corre, gioca, ansima e muore. Per amore. Cavia di quel cianuro che fu l’unica via di fuga di un’epoca in rovina. Nel suo atipico racconto della vita del Führer c’è amore a quattro zampe, sottomissione, devozione, preghiera. Ma insieme all’amore c’è sempre la paura. La paura della punizione, la paura dell’abbandono, la paura dello strapotere dell’amato.

Il mondo che Blondi racconta mostra agli spettatori l’indecifrabile e riempie di significato quello che per il cane non significa nulla: il contesto, ovvero il Nazismo e la sua memoria. Lo spettatore vede quello che Blondi non comprende: le ferite, gli echi e i suoni della Storia, nella sua interezza. Così l’artificio teatrale svela l’inganno del ricordo e fa sì che il guaito di Blondi diventi urlo.

Il regista Renzo Martinelli indaga un immaginario che ha sentore d’infanzia e di terrore, quel genere di terrore che solo i bambini conoscono, quando si spengono le luci e dal buio può nascere, ancora e ancora, l’uomo nero.

Un’insolita interpretazione di Federica Fracassi, capace di rendere la cieca abnegazione dell’animale per il padrone, che nel perverso contesto hitleriano, si traduce in una macabra condanna a morte.

Press release

  • Se c’è un’attrice che per temperamento, qualità vocali ed espressive, può essere considerata l’erede di Mariangela Melato, questa sicuramente è Federica Fracassi. Lo sapevamo viste certe sue precedenti e stupefacenti prove, come Corsia degli incurabili della poetessa Patrizia Valduga. Ora lo conferma con Blondi.(…) Stupenda nell’inventarsi in una serie di prodigiosi contrasti, un linguaggio che colpisce. La sua una sorta di inebriante cavalcata in sella alla propria voce modulata, come la mimica, con una varietà di registri impressionanti. Un’interpretazione che resta nella memoria
    Domenico Rigotti, Avvenire
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  • Federica Fracassi, strepitosa interprete che si è buttata nel ruolo di Blondi con pudore mimetico ma anche slancio fisico e vocale, in una prova d’attrice straordinariamente espressiva, sostenuta dalla regia di Renzo Martinelli in una scena di lettini d’ospedale che diventano sia le Alpi sia i lager, uniche allusioni dove ritrovare l’orrore.
    Anna Bandettini, la Repubblica
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  • Un monologo che Federica Fracassi percorre con maestria svelando appieno la -caninità- del suo personaggio con una bella ricerca di toni e di tempi, riuscendo sempre a far percepire l’atmosfera di cupezza e di sgomento che percorre l’intera vicenda.
    Magda Poli, Corriere delle Sera
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  • Una performance maiuscola di Federica Fracassi. E’ lei a restituirci di Blondi l’abbaiare e perfino una certa gestualità canina senza mai nulla di realistico
    Maria Grazia Gregori, L’Unità
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  • Opera di intelligente regia, questa, fin troppo felice nel poter finalmente comporre in uno spazio ampio, con buoni mezzi. Ma soprattutto di interpretazione finissima, che fa dell’emozione trasportante o trattenuta la sua cifra e ci consegna definitivamente una delle massime, più mobili, versatili e magnetiche attrici della nostra scena.
    Massimo Marino, BoBlog
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  • Federica Fracassi si cala nei pensieri della cagna di Hitler, interpreta la sua passione senza condizioni per il padrone e porta al punto di rottura la disneyana antropomorfizzazione degli animali urlando il lato bestiale dell’umanità. In un ruolo tanto estremo- esaltato dalla fisicità richiesta dalla messinscena di Renzo Martinelli- Fracassi stupisce per l’esattezza dell’espressione: non un accento che sfugga al controllo, mai un effetto di troppo, pura potenza. E il testo può sprigionare tutti i suoi inquietanti sensi…
    Luca Mosso, TuttoMilano
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  • Una formidabile prova d’attrice, corpo mutante che non imita l’animale, ma ne coglie ritmi, repiro, emozioni.
    Sara Chiappori, La Repubblica Milano
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  • Mirabile e già franto l’occhio ferino di Federica Fracassi mentre muove i fili della marionetta cane che mai si allontanerebbe da chi la fa passeggiare nella nebbia con gli immancabili stivali e frustino. La sua voce è amplificata da un microfono allungato ogni volta, i capelli chiari le si scuotono nei salti e nelle tane, inseguono con lei l’odore della pioggia e la paura del temporale, bagnano di sudore il suo corpo nudo e abusato.
    Giulia Valsecchi, Linkiesta
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  • La drammaturgia è vincente in più punti, e nei punti di debolezza è sorretta dalla solita grande Federica Fracassi, che colora di umanità il bestiale, la cui unica vera incorporazione non è nella camminata a quattro zampe ma nell’impossibilità del pollice opponibile, con le mani fasciate a contenere il dito degli uomini. Blondi è una delle migliori regie di Renzo Martinelli degli ultimi anni: meglio le partite secche fuori casa da 90 minuti che quelle andata – ritorno e supplementari fra le mura amiche. Insomma diciamocelo: siamo andati a vincere al Maracanà... All’italiana, tenaci, ma in più tratti dando anche spettacolo vero. E zac!
    Renzo Francabandera, PAC
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  • L’eccellente interpretazione di Federica Fracassi realizza ai nostri occhi l’immagine dell’abnegazione dell’animale per il padrone, che nel contesto hitleriano si traduce nella condanna a morte dell’animale.
    Viviana Persiani, Il Giornale
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  • In un’ora e mezza filata di spettacolo Federica Fracassi è straordinaria nel dare parola al cane…Si muove veloce, corre avanti e indietro, dietro la pallina, verso il fischietto, salta in piedi sulla cuccia, guaisce, ansima forte con la lingua fuori e la coda dritta. Il talento della Fracassi sta proprio nel non avere, né per natura né per costume, una coda. E’ il cane inquieto nel recinto della cuccia.
    Martina Melandri, Krapp’s Last Post
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  • Blondi vede in scena una Federica Fracassi dalla restituzione mimica sorprendente. Attrice a tutto tondo, qui sa mixare in modo sublime la performatività dei vent’anni oramai lontani, unendovi tutta quella preziosa esperienza, precisione, introspezione attoriale, che a vent’anni difficilmente già si possiede. Questa la considerazione a caldo: la prima che affiora alle labbra, a fine spettacolo, guardando quella donna che si è prodigata con perizia e generosità estreme per un’ora e mezza circa – lo stesso tempo di una partita di calcio; già, ma qui l’agone, se l’è giocato da sola.
    Francesca Romana Lino, Fattiditeatro
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  • Paura e amore. Inquietante connubio quando entrambi i sentimenti albergano nel cuore di creature di sesso femminile tutte perdutamente innamorate di Adolf Hitler.
    Claudia Cannella, Vivimilano
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