Max Cardelli — 2016

ESSERE

C’è sempre un cuore di infinita distanza nei ritratti di Max Cardelli. 
Volti che precipitano, per fare vedere ciò che non è dato vedere. 
Attori alla fine di una pièce, alla fine di tutto, non più in rapporto col personaggio ma prima del momento in cui dovranno ancora e ancor porsi di fronte al vero. 
Come facciamo noi, sfogliando il libro e ponendoci  davanti alla verità di quei volti alla fine, a sipario calato.
Angeli che cadono, dopo tutto quel che è loro accaduto.  
Il loro è solo un respiro, il resto è silenzio.
Un corpus di volti come una processione, un trionfo. 
Volti pronti a dare la loro voce, ancora una volta, per custodire quella vita che è la scena-teatro, per difenderla.
Così, la fotografia diventa anatomia di una ribellione. 
Pelle prima che pellicola. Scossa. Fuori-fuoco di una rivoluzione.

Renzo Martinelli

Max Cardelli